mercoledì 22 ottobre 2014

Il blu è un colore caldo - Julie Maroh

Inauguriamo la sezione “Fumetti” di Buta’s Bookmark con una graphic novel molto particolare: Il blu è un colore caldo. Si tratta di un fumetto veramente eccellente, leggero ma allo stesso tempo profondo; semplice, eppure complesso; immediato nella fruizione, ma con un numero impressionante di tematiche socio-culturali al suo interno.
Di sicuro è un fumetto che non si dimentica facilmente, ed è uno di quelli che secondo me andrebbero fatti leggere anche a scuola. Se fossi un insegnante e volessi proporre una storia in grado di avvicinare i ragazzi alla tematica dell’omosessualità, sceglierei senza dubbio questa.
In ogni caso, pronti per questo nuovo viaggio?























Non sono stato sorpreso nel leggere che Julie Maroh, l’autrice di questo bellissimo “Il blu è un colore caldo”, si sia totalmente dissociata da “La vita di Adele”, il film di Kechiche vincitore della Palma d’oro a Cannes l’anno scorso, e tratto proprio dalla sua graphic novel.
Il film è bruttissimo. È scialbo. Ed è un vero e proprio porcaio.
In tutti i sensi.

Quella che poteva essere l’occasione giusta per raccontare una storia d’amore diversa dalle solite viene (e verrà) ricordata unicamente come una pellicola dove due bonazze ci danno dentro in scene di sesso lesbo hardcore per mezz’ora.
Scene di sesso totalmente gratuite, e così ininfluenti per la storia che oggettivamente uno fa prima ad andare su YouPorn: almeno là c’è molta più scelta.


Dicono di andare su YouPorn...

Il guaio è che “La vita di Adele” ha commesso l’errore grossolano che commette il 95% delle persone che si cimentano nel raccontare storie d’amore. Per non voler risultare melensi/banali/ripetitivi/monotoni/noiosi/metticosaAcaso nel mettere in scena una storia d’amore random (ma che nei loro schemi mentali è la più bella/figa/romantica/maivista) queste persone cercano di dare un background ai propri protagonisti, invece di mettere in primo piano i protagonisti stessi.
Kechiche fa esatamente questo, e il film toppa.
Alla grandissima.
Senza contare poi che cerca di risollevare la pellicola inframmezzando la storia di Adele ed Emma con queste scene di sesso inverosimilissime (credo) e stucchevolissime.
Per fortuna, però, il materiale di partenza, ovvero “Il blu è un colore caldo” è tutta un’altra cosa.

E come ho già anticipato, si tratta di una graphic novel eccezionale.

La storia è veramente semplice: Clèmentine è una teenager come tante, alle prese con la sua vita di tutti i giorni. Scuola, amiche, casa, letture, uscite. E i primi amori.
Solo che Clèmentine si rende conto, dopo aver incrociato lo sguardo con una misteriosa ragazza dai capelli blu, di essere “diversa” dalle altre.
Quella ragazza la ossessiona.
Inizia a sognarla la notte e inizia a desiderarla.
E quando avrà modo di incontrarla una seconda volta, e iniziare a conoscerla, niente per lei sarà più come prima...

La bellezza de “Il blu è un colore caldo” sta nel fatto di raccontare una storia d’amore in tutta la sua naturalezza. E sì: è una storia omossessuale. E no, non c’è nulla di sbagliato in questo. Anzi: non si può fare altro che tifare per Clèmentine ed Emma (la ragazza coi capelli blu), star male quando Clem sta male perchè per un motivo o per un altro si è allontanata da Emma, e gioire quando lei gioisce perché finalmente è riuscita a conquistare il cuore di colei che ha amato sin da subito.


Julie Maroh è molto brava a tratteggiare i pensieri, i timori e le paure di Clèmentine, che si rende conto di provare una certa attrazione fisica nei confronti delle ragazze. E quindi sì: è omosessuale.
E questo, secondo la morale della nostra società, fa di lei una persona "diversa", un "mostro".

C’è una tavola bellissima, che secondo me è il cuore pulsante di tutta la graphic novel per ciò che riguarda proprio il tema dell’omosessualità.
Clèmentine e un suo amico parlano di una delle prime esperienze lesbiche di lei, delle sue paure e delle sue paranoie. E l’amico le dice questo:


Centro pieno.
Il “problema” (virgolette d’obbligo) dell’omosessualità oggi non risiede tanto nel pregiudizio delle persone (o nel giudizio delle stesse), quanto nel fatto che la nostra società ci impone una sorta di categorie mentali prestabilite che demarcano la linea da "cos’è giusto" a "cos’è sbagliato", senza tener conto di quelli che sono i sentimenti delle persone.

Il fatto è che quando si parla di “amore”, il nostro cuore e il nostro sentimento nei confronti dell’altro conosce “ragioni” che la ragione non conosce. E la morale prestabilita che dovrebbe frenare istinti che "da principio" istituzionale sono sbagliati…beh, può anche andare a farsi fottere, perché tanto non vale nulla.


Il guaio vero è che bisognerebbe farlo capire a chi, della morale della nostra società, si fa guardiano e censore. Accendete la tv, o leggete un giornale a caso: ce li avete davanti ai vostri occhi. D’altronde ormai i dibattiti sui diritti delle coppie di fatto sono all’ordine del giorno, e ancora oggi, anno del Signore 2014, chi è al vertice dei centri di potere (religioso/politico/laico) volge lo sguardo altrove.

Ma torniamo a noi.
La particolarità della graphic novel, oltre al fatto di raccontare una bella storia tra due innamorate (e di farlo senza scadere mai nel banale e nell’ovvio, perché la storia raccontata è naturalissima e vera) sta nella scelta cromatica. Il mondo di Clèmentine è un mondo grigio, in bianco e nero, che inizia a colorarsi e tingersi d’azzurro (proprio come i capelli e gli occhi di Emma) quando lei incontra il suo futuro grande amore. Non è un caso che la graphic novel, giocata tutto sui tonalità grigie, diventa interamente a colori quando Clem ed Emma vanno a vivere insieme.


Unica nota stonata, per quanto mi riguarda, “quel” finale (se l’avete letto immagino che abbiate capito a cosa mi sto riferendo). L’ho trovato decisamente forzato. Perché magari dal punto di vista medico (e dal punto di vista emozionale) la cosa è anche plausibile, ma personalmente l’ho avvertita come un deus ex machina negativo, per far scendere la lacrima ai più sensibili.

Tolto quest’unico neo, “Il blu è un colore caldo” è un piccolo gioiello.
Se non l’avete letto, recuperatela: rimarrete piacevolmente impressionati da questa graphic novel.
Di contro, evitate “La vita di Adele”.
Come detto, per certe cose, YouPorn fa il suo sacro dovere.

Se invece l’avete letta: che mi dite a riguardo?

18 commenti:

  1. Non l'ho mai letta, sarò sincero. Però da come l'hai descritta sembra un'ottima graphic novel, dal punto di vista cromatico fino alla tematica, in italia ancora molto tabù, diciamo.

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  2. Come al solito, delle graphic novel mi frena sempre un po' il prezzo. Avevo sfogliato Il blu è un colore caldo ai tempi dell'uscita del film (che ho ancora lì da vedere, sia per l'eccessiva lunghezza sia perché in tanti ne hanno parlato in maniera poco lusinghiera come te!) e mi era sembrato molto bello, almeno graficamente.
    Dopo questo post, appena lo troverò ad un prezzo un po' più umano non me lo farò di sicuro scappare!

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    1. Si, diciamo che costicchiano sempre, pure io, oltre i 20 euro le GN non le compro: aspetto qualche celebrazione per farmele regalare (sono subdolo, sì).
      Però diciamo che spesso il prezzo vale il contenuto, ecco.
      Ps: su amazon c'è la versione digitale ad un prezzo umano, dovrebbe costare intorno ai 5-6 euro.

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  3. Mi hai convinto... vado a farmi un giro su youporn....
    Ok fatto. Ho letto l'articolo e direi che pare interessante. Via, potrei ordinarlo o cercarlo a Lucca, anche se mi sa sarebbe un suicidio. Di Vita di Adele però ne avevo sentito parlare molto bene, soprattutto da ragazze. Probabilmente guarderò pure quello, male che vada Federica sarà felice.

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  4. Premesso che non ho letto la graphic novel (ma a questo punto, la recupererò se mi capiterà l'occasione), né visto il film, ma concordo totalmente sul finale del fumetto su "La Vita di Adele". E' più o meno la stessa cosa che rispondo io quando, dopo aver criticato Game of Thrones per le eccessive scene di sesso, la maggior parte della gente fraintende e mi da del moralista: a me sinceramente le scene di sesso non urtano in quanto tali, mi infastidiscono perché sono inutili (non come nel libro, in cui ogni scena ha il suo perché) e tolgono spazio a particolari che potrebbero essere inseriti ma che sono omessi, e io quando guardo Game of Thrones voglio vedere le storie dei sette regni, se volessi un porno invece mi guardo direttamente un porno.

    (scusa il commento fuori tema, comunque ^_^ )

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    1. Si esattamente. Per carità, a noi maschietti ci piacciono pure eh, però spesso sono totalmente "gratuite". :)

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  5. Ho visto la vita di adele, per colpa di una adele, che mi ha consigliato questo film così a caso.
    E nel film obbiettivamente non traspare l'argomento che tu hai accennato.
    dovrò leggere la novel.
    Grazie buta di avermi fatto notare che esiste qualcosa di più profondo del film.

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  6. Sono venuto solo per le scene di sesso lesbo e spinto.

    Scherzi a parte, non credo che leggeró mai questa Grazie Novel, leggo molto volentieri ogni tuo articolo, ma: datemi del bigotto o dell' omofobo, NON per un' educazione o una coercizione della "società" ma perché la mia ragione, la mia anima e la mia natura mi portano costantemente a pensare che l' omosessualità sia innaturale!
    In più Sensei, con tutto il rispetto che SAI ho per te (oltre all' affetto e alla' ammirazione) onestamente sei convinto che la "morale prestabilita" vada nella direzione che hai descritto?? Ormai direi al contrario che chi sta ai vertici delle istituzioni (a parte FORSE quelle religiose) cerchi di imporre l' accettazione di ogni devasione della natura umana... quindi...

    Perdormai la incomprensibilità del discorso, è una questione talmente complessa che non si può affrontare senza parlarsi di perano a mio modo di vedere!

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    1. Sai, capisco benissimo il tuo discorso! Premettendo che il fumetto mi sembra ottimo, specialmente per i disegni, trovo che ormai molti estremisti omosessuali (non parlo di tutta la categoria, ovviamente), cerchino un rispetto fin troppo esagerato, che li porta, al contrario, ad essere fin troppo tutelati. Ormai sono finiti i tempi in cui se eri gay venivi messo al rogo: più probabilmente, se litighi con un omosessuale (per questioni che non hanno nulla a che vedere con i suoi "gusti", intendiamoci) vieni per forza messo dalla parte del torto. Per capirci: lo sai che la Nintendo è stata riempita di critiche perché in Tomodachi Life non era possibile far sposare due persone dello stesso sesso? E ripeto, qua si tratta solo di estremisti ridicoli, non di tutti gli omosessuali. Tanto per sottolineare il concetto, conosco un recensore dichiaratamente gay che ha parlato benissimo del gioco senza mai lamentarsi di questa cosa, visto che si trattava di una polemica inutile.

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    2. Non fatevi problemi a discutere di quello che volete, anzi, benvengano discussioni così. Rispondo anche a Diego nel commento successivo.
      Io penso che il "problema" fondamentale sia: "Ci sono due persone che si amano e si vogliono bene, chi sono io per negargli i diritti fondamentali derivanti dalla loro unione"?

      Tutto qua.

      E volendo scendere terra terra: a me che mi frega se tizio ama caio, e giovanna ama tiziana? Facessero quello che vogliono. :D

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  7. Ciao Buta,ammetto di non essere un lettore di libri ne di graphic novel,ma seguo questo tuo nuovo spazio perchè cmq può darmi qualcosa,non come il Viagra della mente,ma qualcosina si,anche solo per qualche piccola informazione.

    Volevo dire che concordo con quanto hanno detto qui sopra Filippo e James.
    Non sono un "fan" dell'omossessualità,e la sua propaganda,che sia fatta con Fumetti/pubblicità/libri/articoli/film o altro mi infastidisce.

    Concordo con te che il film è una porcata assoluta,che punta sulle"solite cose" per ricevere un po' d'attenzione. Tutto evitabilissimo.

    A quanto dici,nella Novel tutto è MOLTO MENO strumentalizzato,più umano,ma non per questo sono cmq d'accordo con l'opera in se.

    È pur sempre propaganda omosessuale,anche se "diluita",e non me ne volere(per la tua preparazione in ambito di FUMETTi,film e libri ti stimo un sacco e ti seguo ogni giorno)ma se mi avessi chiesto(poi ci mancherebbe,io non sono nessuno) "Potrei pubblicare questo oggi??" io ti avrei risposto "No Buta,cambia argomento".

    Tutelare la persona omosessuale(rispetto e tendere sempre la mano),ma non incentivare l'esternazione(in tutte le sue sfaccettature più "estreme") di essa.

    Non sarai d'accordo con me,ma ho detto la mia e conoscendoti so che in questi termini posso dirtelo;)

    Grazie per il lavoro e la dedizione che metti tutti i giorni

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    1. Ti ho risposto in parte al commento precedente, e ti rispondo in parte qui: io non credo si tratti di "propaganda omosessuale", è fondamentalmente una storia d'amore come tante, nè più nè meno. :)

      Anzi credo che la grandezza del fumetto in questione stia proprio nel farti "dimenticare" che si tratta di due ragazze, perchè quello che conta è l'amore. Con tutte le conseguenze del caso.

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    2. Per le modalità di svolgimento si hai ragione,è una storia come tutte le altre,ma qui sono i soggetti che fanno "la differenza" e che quindi rimischiano le carte in tavola.

      Anche solo 10 anni fa una novel(o una storia simile) che tratta l'argomento "spinoso" dell'omosessualità non sarebbe forse nemmeno uscita.
      È una storia figlia della mentalità che cambia,questo è ovvio.

      Quella famosa "mentalità che cambia" ad alcuni piace e ad altri no,e ogni giorno "si combatte" (vedi attualità sentinelle in piedi ecc) su questo fronte.

      Ma cmq l'importante è che ci siamo capiti,su questo argomento la pensiamo diversamente ma questo non deve essere motivo per comportarsi da immaturi e insultarsi come purtroppo la STRAGRANDEMAGGIORANZA degli "utenti medi" fa.

      Bene buta grazie per la risposta,sempre davvero gentile da questo punto di vista

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  8. Non l'ho letto e non lo conoscevo neppure. Sarò molto felice ora con alcuni gruzzoli da laurea di inserirlo tra gli acquisti fumettiani di questi giorni o lucchiani. la tematica poi è davvero interessante, anche perchè scarsamente affrontata in generale e scarsamente affrontata in maniera adeguata.

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